"La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata
di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli"
(Marcel Proust)

venerdì 22 luglio 2011

Truculentus da Plauto in scena lunedì 25 luglio al teatro di Tindari - Patti (ME)

25 Luglio 2011 inizio ore 21.00 Teatro Greco di Tindari - Patti (ME)



TRUCULENTUS
da Plauto

regia Aurelio Gatti Riccardo Diana 
musiche originali Aldo Azzaro 
costumi Livia Fulvio 
con Eleonora Brigliadori e Sebastiano Tringali
Cinzia Maccagnano Riccardo Diana Claudia Ferri

NOTE DI REGIA
Un omaggio alla commedia Plautina, un attento lavoro che introduce la formula dell'en travestì, ampiamente utilizzata nella commedia dal '500 ai primi dell' '800. La condizione di incertezza per l'andata in scena genera un percorso parallelo alla trama dell'opera, fornendo materia e argomenti per un esilarante intreccio tra la vita del teatro e la tessitura della commedia. 
La trama di questa opera - lavoro della tarda maturità plautina - risulta piuttosto complessa e sembra privilegiare, rispetto alla comicità immediata delle battute, quella più raffinata che deriva proprio dall’intricato evolversi della vicenda. Largamente lacunosa, prende il titolo dal nome del rustico e brutale Truculento, “nome parlante” che in latino significava “zoticone, violento” - da cui poi in italiano “truculento”-, che si riferisce al carattere del personaggio, dapprima misogino ed infine sedotto suo malgrado dalla serva Astafio. Gli altri personaggi, tutti corrispondenti ad un tipo umano, sono: Diniarco, l’adulescens, cioè il giovane di città; Stratofane, il soldato spaccone e Strabace, il contadino padrone di Truculentus. Tutti e tre sono perdutamente innamorati di Fronesio, una cortigiana ateniese. Minore importanza hanno Ciamo, il servo di Diniarco, la pettinatrice di Fronesio, varie altre figure di servi, il vecchio Callicle, mentre non può essere dimenticata Astafio, la scaltrissima serva personale di Fronesio .I tre uomini, Strabace, Stratofane e Diniarco, si aggirano davanti all’abitazione di Fronesio, che è sempre pronta ad accogliere i suoi spasimanti, purché le portino grandi compensi in denaro: in apertura di scena è proprio Diniarco, il giovane di città, a lamentarsi del fatto che, appena conosciuta Fronesio, poteva godere dei suoi favori in esclusiva, grazie ai suoi poderi, ora invece, dopo aver speso tutto in regali, si ritrova soppiantato dal più ricco Stratofane. ….... 
Anche se l’opera mostra un gusto comico, nelle sue battute, forse troppo distante dal nostro per ottenere ancora l’effetto di irresistibile ilarità che Plauto sicuramente esercitava sul suo pubblico, questa messa in scena risulta ugualmente pregevole, proprio per il tentativo - riuscito perfettamente - di far rivivere un mondo che affrontava già, più di duemila anni fa, gli stessi argomenti sui quali ancora oggi basiamo gli spunti più divertenti del nostro teatro comico : è sufficiente ricordare che il fulcro del Truculentus è proprio questa donna disinibita, Fronesio, che, pur dalla sua bassa posizione sociale (cortigiana), tiene in pugno ben tre uomini, senza che nessuno di essi riesca mai a protestare efficacemente. La modernità di Plauto risiede proprio in questa amara ironia misogina che permea l’intera trama, ingenerando negli spettatori maschi una sorta di autocompiacimento per non essere così sciocchi da farsi ingannare da una donna e, viceversa, nelle spettatrici l’orgoglio di appartenere allo scaltro genere femminile. Potrà, dunque, essersi affievolito l’effetto comico delle battute, ma non l’eterna freschezza del messaggio umano cui Plauto continuamente allude, “strizzando l’occhio” al suo pubblico. La nostra messa in scena corre parallela alla vicenda Plautina, ed è la storia di un “disastro” teatrale: la compagnia in meno di 5 minuti, viene a conoscenza che numerosi suoi attori sono andati via. Nell'imminenza del segnale ”chi è di scena”, la situazione precipita fino a far pensare che, probabilmente, non sarà possibile affrontare lo spettacolo. Ma il teatro nel suo raccontarsi attraverso situazioni ora umane ora rocambolesche, giunge ancora una volta ad una conclusione. Eleonora Brigliadori, ora Diniarco ora Fronesio, Sebastiano Tringali tramutatosi in vecchia Astafio, lo stesso direttore di scena, Cinzia Maccagnano, costretta in un sorprendente Truculento: questi gli elementi di una messa in scena totalmente dedicata ed asservita all' interprete e all' attore.

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