"La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata
di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli"
(Marcel Proust)

domenica 27 ottobre 2013

Riflessioni archeoidentity sulla Niosi Piazza, tra memoria, amnesia e cambiamento


In una fitta trama degna di Aristofane, ormai da tempo a Patti si celebra l’istrionica vicenda legata alle sorti della NUOVA PIAZZA FRANCESCO NIOSI (detta anche, secondo la tipica plurinomenclatura della toponomastica locale, San Nicola, San Nicolò o del Mercato). I lavori di riqualificazione già intrapresi da alcune settimane, -una sorta di totale azzeramento visivo e mnemonico di tale piazza ad esclusione della fontana posta nel suo centro- hanno suscitato l’interesse e lo sdegno di numerosi cittadini che prontamente hanno sollevato non poche perplessità e preoccupazioni. Ma di che genere? 

Le principali obiezioni riguardano l’opportunità di ripristinare l’assetto di Piazza Niosi riportandolo alla sua forma precedente e più recente, acconsentendo tutt’al più a una sorta di “Extreme Makeover: Square Edition”, che nella sostanza si limiti a riconsegnare ai cittadini pattesi e a coloro che di tale piazza ne hanno memorizzato le più recenti fattezze, una versione aggiornata e corretta, degna per l’appunto di un intervento strabiliante e straordinario ma di pura e semplice messa in “bella forma” della piazza.

Ecco allora che ARGONAUTI, in nome di quell’identità culturale e territoriale e in nome di quelle ragioni archeologiche su cui ha issato la propria bandiera, si sente chiamata in causa e oggi “scende in piazza” per puntualizzare la propria visione a favore di un intervento che coniughi il valore degli elementi antropici (ogni costruzione fatta dall’uomo e per l’uomo) secondo le necessità concrete di un futuro/presente, di uno sguardo che si prenda l’onere, più che l’onore, di coniugare lucidamente il nostro presente con il futuro più prossimo, abbandonando ogni utilizzo di una falsa retorica e di riferimenti a memorie stantie.

UN PO’ DI STORIA: Piazza Niosi, una storia recente più che antica.
A partire dalla seconda metà del XIX secolo, piazza Francesco Niosi, vide il suo nucleo centrale, che invero in origine era destinato esclusivamente ai pedoni, restringersi e ridimensionarsi su di un risparmio sopraelevato a gradoni per permettere la pubblica circolazione degli autoveicoli che in quegli anni cominciavano progressivamente a ‘invadere’ le aree urbane. L’area che ne risultò, aveva quindi lo scopo prettamente funzionale di suddividere il piano pedonale da quello destinato alla pubblica circolazione degli autoveicoli garantendo il regolare e sicuro svolgimento delle attività commerciali connesse al piccolo mercato cittadino. Tale scelta, in linea con le esigenze del suo tempo, non seguiva alcuna ottica progettuale, estetica, in senso stretto, o urbanistica.

LA PIAZZA OGGI: un ritorno al futuro.
Gli spazi pubblici delle città postmoderne, e in primis dei centri storici, oggi più che mai tendono a rispondere a criteri di vivibilità a misura d’uomo piuttosto che a misura d’auto. La nostra contemporaneità ha rimesso al centro del dibattito urbanistico e architettonico criteri profondamente diversi da quelli adottati dalla modernità architettonica e il tema stesso della sostenibilità si è fortemente trasformato e allargato non interessando più solo gli aspetti del verde cittadino ma comprendendo tutte le aree del comfort e della qualità della vita sociale e interculturale. La questione della pedonalizzazione dei centri storici è ormai acquisita e risulta elemento basilare del vivere e convivere civile.

Ripristinare un piano sopraelevato, ossia riproporre la più recente struttura della piazza, opponendosi a un progetto che preveda un unico livello ad eccezione della fontana, con la presunzione di preservare qualcosa in nome di un valore storico che invero non possiede, potrebbe rivelarsi una pretesa priva di fondamento. La difesa inoltre della memoria personale e soggettiva (una memoria legata ai tempi dell’esistenza individuale e non a quelli della storia) produrrebbe il rischio di vedere ancora una volta l’installazione di un’orribile isola spartitraffico/pedonale con la limitazione della reale estensione della piazza ad una piccola platea recinta e non a tutta la superficie naturale, come sarebbe più giusto concedersi.

L’IDEA PROGETTUALE e la QUESTIONE TIGLI
L’idea più oculata sarebbe quindi rendere l’intera area totalmente pedonale e su un unico livello, tenendo tuttavia conto (auspicando che sia già previsto di fatto nel progetto) del naturale e originario avvallamento che interessava il sito. Ciò che a nome di Argonauti invece proponiamo è di eliminare l’avveniristica recinzione a chiusura della Chiesa di San Nicolò, facendo ritornare così l’edificio sacro in piena armonia con la piazza. La messa a dimora di nuovi alberi, considerato il ristretto ambiente, sembra essere una scelta piuttosto opinabile poiché rischierebbe di ostacolare la fruizione visiva delle vie annesse, dei palazzi storici e della peculiare presenza dei due edifici ecclesiastici che dominano la piazza nonché della monumentale “Fontana del Calice”. L’amore per il verde non si misura certo collocando degli alberi in una piazza ma piuttosto provvedendo ad una manutenzione ordinaria di quanto già esistente in città o progettando specifiche aree.

LA FONTANA DEL CALICE
Una riflessione seria merita piuttosto la fontana cosiddetta “del Calice”, finora poco presente anche nei pubblici dibattiti. Come interpretare che lo scalpore più grande finora espresso dalla cittadinanza ha interessato i conci di pietra lavica e i tigli, quest’ultimi addirittura elevati a testimoni di storia e di memoria, quando l’unico elemento che meriterebbe maggiore attenzione è la monumentale fontana? 

Le offese che negli anni sono state subite dalla fontana sono l’unica testimonianza di uno scarso attaccamento alla storia autentica e all’indifferenza che ogni giorno soffoca il centro storico pattese. Eppure, forse complici i rigogliosi tigli che ne offuscavano la visuale, è sempre passata in sordina l’insensibilità e il poco rispetto riservato al manufatto marmoreo: più volte ricoperto da calce per evitare la crescita di muschio (consigliamo piuttosto l’utilizzo di un filtro che depuri l’acqua) e persino protagonista dello scellerato caso in cui furono attaccati con del fil di ferro dei pannelli per segnalare la non potabilità dell’acqua, causando gravi danni al marmo.

ESEMPLARITÁ ed EQUILIBRI
E poi... se l’idea di una piazza totalmente pedonalizzata, su unico piano e senza alberi a qualcuno può apparire affermazione azzardata, ci sentiamo di rimandare ad altri esempi di riqualificazione ben riusciti e noti come testimonia il caso della piazza Duomo di Siracusa. 

Preservare un luogo e la sua memoria vuol dire innanzitutto combattere il degrado e l’oblio; vuol dire garantire l’utilizzo degli spazi e la loro piena valorizzazione; vuol dire adoperarsi per l’espletamento delle sue funzioni, sempre meno interlacciate con gli aspetti prettamente tecnici e di mera utilità. Riqualificare lo spazio dovrebbe voler dire restituire un luogo alla sua variegata vivibilità, qualificandolo e tenendo conto delle esigenze contemporanee dei suoi abitanti, dei suoi fruitori, dei suoi utenti, dei suoi estimatori; dovrebbe voler dire mantenere in armonia il delicato equilibrio tra lo scorrere del tempo, ovvero tra passato, presente e futuro, e le istanze improrogabili di progresso, di cambiamento, di trasformazione che l’agire dell’uomo impone al territorio che lo ospita e che egli, energicamente, abita.

ARGONAUTI C’È.







 Fontana del Calice, i danni provocati dal fil di ferro.



Una scena tratta da "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore

mercoledì 11 settembre 2013

1st International Congress for heritage & socialization in rural areas


In considerazione dell'attuale situazione economica, il patrimonio culturale è probabilmente uno degli argomenti più colpiti in termini di sovvenzioni o aiuti destinati alla ricerca, la conservazione o la promozione di progetti. 
Nella maggior parte dei casi, le politiche in materia di valorizzazione sono esclusivamente limitati a importanti siti di interesse storico o archeologico, allo scopo di incentivare le risorse turistiche ed economiche di un certo territorio. Tuttavia, altri luoghi di grande interesse storico ma con un patrimonio considerato, a torto, non così rilevante (secondo queste linee guida) sono stati dimenticati, nonostante il ruolo primario che essi hanno e potrebbero sviluppare in relazione sia ai suoi cittadini che per il resto della società.
Partendo da tutte queste considerazioni, nasce il "1° Congresso Internazionale per l'educazione e la socializzazione del patrimonio culturale", che si terrà dal 18 al 21 settembre 2013 a Malpartida De Càceres (Spagna), che punta il focus sulle aree rurali, nel tentativo di proporre strategie innovative per l'unione e la socializzazione del patrimonio culturale (artistico, archeologico ed etnografico). 
L'obiettivo è quello di presentare iniziative in grado di avere un impatto sulla società, finalizzato alla tutela, alla diffusione e alla rivitalizzazione del patrimonio culturale che più soffre di disattenzione e disaffezione. 
Il Congresso è una delle azioni sviluppate nell'ambito del progetto "Cinetínere: cine itinerante por la recuperación sociale del Patrimonio en el Medio rurale". 
Questo progetto è finanziato dai contributi dei Governi Locali per attività culturali per promuovere la comunicazione culturale corrispondente all'anno 2012, convocata dal Ministero della Cultura e dal governo della Spagna.
Il programma: http://sopa13.blogspot.it/p/programa.html
Per approfondimenti: http://sopa13.blogspot.it/

giovedì 11 luglio 2013

Argonauti sostiene Teatri di Pietra 2013: la rete dei teatri antichi e siti monumentali

Argonauti e Teatri di Pietra insieme per promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico attraverso la classicità.
Ai soci "Argonauti" riservati sconti e riduzioni per tutti gli spettacoli del cartellone della IX edizione (per maggiori info contattare argonautipatti@gmail.com).

Dalla terza settimana di luglio a metà settembre è prevista la nona edizione di Teatri di Pietra Sicilia, iniziativa quest'anno promossa dall'Associazione Teatri di Pietra Sicilia e Capua Antica Festival con il contributo diretto dei Comuni di Castelvetrano (TP), Cattolica Eraclea (AG) , San Cataldo (CL), Aidone (EN), Santa Croce Camerina (RG), Palazzolo Acreide (SR) e che coinvolge numerosi Enti e organismi culturali di pregio come la Fondazione Whitaker, il FAI di Agrigento, il Polo Museale del Pepoli di Trapani , realzzando una “rete dei teatri antichi e siti monumentali” , un percorso di arte e cultura che privilegia lo straordinario patrimonio storico e artistico siciliano e al contempo offre una concreta opportunità di sviluppo socio-culturale e crescita dei territori coinvolti.
Uno scenario affascinante per una programmazione tutta dedicata al tema classico e del Mediterraneo tra teatro, danza, musica e nuovi linguaggi, per oltre 14 produzioni di cui tre create appositamente per i Teatri di Pietra: “L'Oracolo di Delfi” di e con Ernesto Lama, “Caligola” con Cinzia Maccagnano, Sebastiano Tringali, Valentina Capone, “Cassandra” con Elisabetta Pozzi, accanto a numerosi artisti siciliani come Giovanna Velardi, Filippo Luna, Manuel Giliberti, Miriam Palma e numerosi altri .
Una manifestazione interamente volta ad accrescere e sviluppare la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico e paesagistico della Sicilia: attraverso lo spettacolo dal vivo si realizza una promozione “compatibile e non invasiva” di aree straordinarie che si offrono ad una fruizione altra, coinvolgendo un 
pubblico diversificato e più vasto. Le diversità della proposta artistica, la presenza di compagnie rappresentative la migliore produzione nazionale, la presenza significativa di artisti siciliani accanto a figure come la Pozzi o Tringali, nonché un “fare rete” delle Amministrazioni coinvolte garantisce anche per programma di oltre trenta eventi in sette province .
La ricorrenza dell'iniziativa (nata nel 2005 e svoltasi senza sospensione sino ad oggi) fa di questa manifestazione un appuntamento “atteso” , testimonianza di un progetto che aggrega e cresce intorno a un'idea innovativa di valorizzazione e sviluppo sostenibile dei territori.
Una nuova edizione quindi , resa possibile grazie all'impegno delle Amministrazioni coinvolte che attraverso Teatri di Pietra ribadiscono la volontà a operare un diverso modo di fare “turismo/cultura e sviluppo” privilegiando progettualità che concretamente dialoghino con il territorio, le cittadinanze e le identità che queste esprimono. Un progetto che anche in un momento di grande difficoltà per la Regione e il Paese, riesce a esprimere la volontà e la determinazione a fare della cultura e del patrimonio la risorsa principale di sviluppo delle cittadinanze coinvolte.



sabato 6 luglio 2013

Workshop su innovazioni tecnologiche per i Beni Culturali

ArcheoLaser
Innovazioni tecnologiche per i Beni Culturali

Workshop al Parco Horcynus Orca (Torre Faro, Messina)
sabato 6 Luglio 2013 ore 10,00

Il 13 aprile 2012 è stato sottoscritto il partenariato “InTessere”, tra l’Associazione Argonauti, l’Associazione LapiS e la Fondazione di Comunità di Messina. Un accordo di cooperazione tra organizzazioni no profit operanti nel campo del sociale e dei beni culturali e artistici.
“InTessere”, forte della comprovata esperienza dei partner nei relativi settori di competenza si propone di attivare iniziative volte ad assicurare tutela e valorizzazione del patrimonio costituito dagli apparati musivi (e non solo) ricadenti nel “Parco Archeologico delle isole Eolie, di Milazzo, di Patti e dei comuni limitrofi”.
Oggi, le nuove tecnologie e competenze caratterizzano le frontiere della conservazione e della valorizzazione del patrimonio. In quest’ottica è stato organizzato il workshop “ARCHEOLASER. Innovazioni tecnologiche per i Beni Culturali”, che coincide con il quarantesimo anniversario della scoperta della Vila Romana di Patti Marina con l’obiettivo di favorire il processo di disseminazione e fruttuosa contaminazione tra le diverse competenze in gioco. Vi prenderanno parte un’ampia selezione di figure in rappresentanza degli ambiti disciplinari coinvolti per fare il punto dello stato dell’arte ed esporre i progetti di ricerca, gli studi archeometrici e i restauri attivati dal partenariato inTessere alla Villa Romana di Patti, utilizzando metodiche innovative e nel contempo non “invasive” e rendendo disponibili specifiche competenze al fine di aprire nuove prospettive interpretative e di valorizzazione del bene.


giovedì 11 aprile 2013

Adelasia900. Archeologia e Design per i Beni Culturali

Argonauti Branding dei Beni Culturali, in collaborazione con la Diocesi di Patti e con il patrocinio di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Presidenza della Regione Siciliana, Assemblea Regionale Siciliana, Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Assessorato Regionale del Turismo, Sport e Spettacolo, Fondazione Federico Secondo

presenta 

il Primo Simposio Internazionale dedicato alla Regina Adelasia del Vasto, cui parteciperanno i maggiori esperti del panorama scientifico internazionale analizzando uno dei personaggi più suggestivi e controversi del medioevo mediterraneo e la sua influenza nei rapporti tra Oriente e Occidente.

L’evento celebra le radici identitarie siciliane individuando nella figura di Adelasia del Vasto, contessa di Sicilia e regina di Gerusalemme, madre del primo re di Sicilia, la genesi di quella Visione che condurrà Ruggero II verso la fondazione del Regnum Siciliae. 

Adelasia900 sarà l'occasione per inaugurare una nuova concezione dei Beni Culturali mediante la convergenza del sapere archeologico e del design dell'identità, e per presentare il primo progetto di branding dei beni culturali attraverso un intreccio di professionalità in grado di valorizzare il territorio e le sue radici identitarie. 

La sessione inaugurale si svolgerà il 16 aprile 2013 - ricorrenza della morte di Adelasia, le cui spoglie riposano all'interno della Basilica Cattedrale di Patti - con inizio alle ore 16.00 presso l'Auditorium del Seminario Vescovile di Patti. 
La seconda sessione si svolgerà il 18 aprile 2013, con inizio alle ore 9.30 presso la Sala Gialla di Palazzo dei Normanni a Palermo. 

Nel corso della seduta inaugurale verrà presentato al pubblico un nuovo acquisto archeologico che, compiuto per l’occasione, sarà donato ed esposto in modo permanente all'interno della suggestiva Galleria della Basilica Cattedrale di Patti. 

Auditorium del Seminario Vescovile, via Magretti 147 Patti
Palazzo dei Normanni, piazza Indipendenza 1 Palermo

Co-branding
"La soldatessa" by Caleca www.caleca.it
"Ladelasia" by Labolsina www.labolsina.com
"Adelasia, regina di Sicilia" by Argonauti www.archeoidentity.it

Sponsor tecnici
"Favini" www.favini.com
"La rosa dei venti" Hotel Ristorante www.larosadeiventihotel.com
"Palazzo Sciacca" Bed&Breakfast www.palazzosciacca.com



martedì 2 aprile 2013

Adelasia900: venerdì 5 aprile alle ore 11.00 la conferenza stampa di presentazione.

Argonauti Branding dei Beni Culturali, in collaborazione con la Diocesi di Patti, in occasione dell’evento Adelasia900 – The First International Symposium on Adelaide (che si terrà il 16 e 18 aprile p. v. a Patti e Palermo) è lieta di invitare la S. V. alla conferenza stampa di presentazione indetta per venerdì 5 aprile alle ore 11.00 all’interno della splendida cornice della Sala dei Giochi Francesi del Servizio Turistico Regionale di Palermo, Palazzina del Cercle des Étrangers di Villa Igiea. 
L’evento intende celebrare Adelasia del Vasto, contessa di Sicilia e regina di Gerusalemme, madre del primo re di Sicilia, attraverso la convergenza del sapere archeologico e del design dell’identità.
I maggiori esperti del panorama scientifico internazionale analizzeranno uno dei personaggi emblematici del medioevo siciliano e la sua influenza nei rapporti tra Oriente e Occidente.
Verrà inoltre presentato il primo progetto di branding dei beni culturali: innovazione e creatività per sviluppare nuove economie in grado di ridisegnare i territori della cultura.
Saranno presenti Cristian Aiello - archeologo responsabile per Argonauti; Alessandro Musco -docente di Storia della Filosofia Medievale presso l’Università di Palermo e presidente dell’Officina di Studi Medievali; Giovanni Travagliato - docente di Storia dell’arte medievale presso l’Università di Palermo. 

Si ringraziano il Dipartimento Regionale Turismo, Sport e Spettacolo e tutto il personale del Servizio Turistico Regionale di Palermo per la collaborazione e la gentile ospitalità.


Info: argonauticultura@gmail.com

Servizio Turistico Regionale di Palermo, Palazzina del Cercle des Étrangers, Sala dei Giochi Francesi, Salita Belmonte, n.43 (Villa Igiea) - Palermo

giovedì 28 marzo 2013

Adelasia900: The 1st International Symposium on Adelaide

Argonauti in collaborazione con la Diocesi di Patti è lieta di presentarvi il programma ufficiale del Primo Simposio di Studi su Adelasia "Visione e Potere. La Fondazione del Regnum Siciliae da Adelasia del Vasto a Ruggero II".

L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto Adelasia900, allo scopo di celebrare la figura di Adelasia del Vasto: contessa di Sicilia e regina di Gerusalemme, madre del primo re di Sicilia.

per info: argonauticultura@gmail.com
struttura convenzionata: Palazzo Sciacca  http://www.palazzosciacca.com/



mercoledì 6 marzo 2013

6 Marzo 1094 - 2013

“Ego Rogerius Calabriae Comes, et Siciliae […] Anno ab incarnatione Domini millesimo monagesimo quarto Inditione secunda […] vero mihi placuit edificarem Monasterium Monachorum in Pactes in honorem sancti Salvatoris…”

“Io Ruggero, Conte di Calabria e Sicilia[…] nell'anno della Incarnazione del Signore millesimo novantesimo quarto, nella seconda indizione[…]ora invero mi piacque fondare un monastero di monaci in Patti in onore del Santo Salvatore..."

Il 6 Marzo 1094 il Gran Conte Ruggero d’Altavilla dispone di edificare un monastero benedettino in Pactes.
Il Diploma di Ruggero, custodito all’interno dell’Arca Magna (Archivio Capitolare della Cattedrale di Patti) attesta tale volontà e conduce Patti alle Origini della sua Storia accertata e accertabile. Un documento di eccezionale valore e fondamento di identità che, in un fitto intreccio di sacralità e potere regio, consegna ufficialmente Patti alla Storia.
Sarà lo stesso monastero ad accogliere il ritiro della Contessa e Regina Adelasia, moglie di Ruggero, e dove morì il 16 aprile del 1118.
Nel 1131 Ruggero II, figlio di Adelasia e primo re di Sicilia, elevò a vescovado l'abbazia benedettina, divenuta oggi Basilica Cattedrale dedicata a San Bartolomeo.

In memoria di questi importanti avvenimenti e nel ricorrere del 900° anniversario della reggenza di Adelasia in favore di Ruggero II, l'Associazione Argonauti vi aspetta il 16 aprile 2013 a Patti e il 18 aprile 2013 a Palermo per due momenti unici all'insegna della riscoperta storica e identitaria con il Simposio Internazionale di Studi "Visione e potere. La fondazione del Regnum Siciliae da Adelasia a Ruggero II".

Memoria minuitur nisi eam exerceas. Auguri Patti!

Patti lì, 6 Marzo 2013
Associazione Argonauti

venerdì 15 febbraio 2013

Aperte le iscrizioni all'Associazione Argonauti per l'anno sociale 2013

L'associazione Argonauti ha aperto le iscrizioni per l'anno 2013

Al fine di arricchirci di nuove professionalità che possano contribuire a far crescere il nostro impegno, saremo felici di invitarti a far parte di noi!
Qualora fossi interessato ti preghiamo di compilare il modulo di iscrizione che trovi in allegato ed a inviarcelo.
In ogni caso saremo felici di trovarti ai nostri prossimi eventi, tra i quali ricordiamo il progetto ADELASIA 900 - Simposio Internazionale di Studi il 16 aprile a Patti e il 18 aprile a Palermo.
(Per i soci Argonauti l'iscrizione al Simposio sarà gratuita, con la possibilità di usufruire delle visite guidate e dell'attestato di partecipazione)

Con l'augurio di una proficua collaborazione porgiamo i nostri più cari saluti.
Associazione Argonauti
Scarica il modulo iscrizione 


Per avere maggiori informazioni e per continuare a seguirci
sito: http://www.archeoidentity.it
blog: http://argonautipatti.blogspot.it
facebook: http://www.facebook.com/pages/Argonauti-archeologia-e-beni-culturali-tra-Patti-e-Tyndaris/143512972379482?fref=ts
twitter: https://twitter.com/argonauti_aid


venerdì 25 gennaio 2013

Seminario IBAM-CNR: It's broken and ugly


It's broken and ugly
Primo Seminario dell'IBAM - CNR

Introduce Daniele Malfitana (Direttore Ibam-CNR)

Giuseppe Cacciaguerra: "I seminari dell'Ibam per una interazione fra docenti e studenti"

Mario Indelicato: "Archeologia del vino in Italia: un esperimento siciliano. Progetto di ricerca per la tesi di laurea magistrale in archeologia"

Attilio Scienza (Università di Milano):
"Significato e importanza dei limes culturali della viticultura europea"


Aula Magna, Palazzo Ingrassia - Catania
MARTEDI 29 Gennaio, ore 10.30




domenica 13 gennaio 2013

Sicilia e Terrasanta 1100-1400.

Lunedì 14 gennaio alle 10, nell'aula A2 del Monastero Benedettini, il prof. Henri Bresc (Università di Paris X-Nanterre), terrà un seminario dal titolo Sicilia e Terrasanta, 1100-1400. Storia di una relazione, geografia di una devozione, organizzato dalla cattedra di Storia medievale nell'ambito del dottorato di ricerca in Scienze umanistiche e dei Beni culturali.

Alla giornata intervengono i docenti Carmelo Crimi, direttore del dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania, Clara Biondi (Storia medievale) e Enrico Iachello, già coordinatore del dottorato di ricerca.

Il prof. Henri Bresc, già docente dell'Università di Parigi X Nanterre, è stimato dal contesto scientifico la massima autorità per gli studi sulla Sicilia medievale. Ha al suo attivo oltre 300 pubblicazioni. Nel 2002 l'Università di Palermo gli ha conferito la Laurea honoris causa: in quella occasione la tesi dottorale ha avuto come tema Sicilia e Provenza nei secoli XII XIV, relatore fu l'esimio prof. Salvatore Fodale. Tra le sue opere più importanti si ricordano i due volumi di oltre 1200 pagine Un monde méditerranéen. Èconomie et société en Sicile 1300-1450 e gli studi sull'ebraismo siciliano in età medievale.

giovedì 10 gennaio 2013

Le parole di Caravaggio. Il nuovo lavoro di Alvise Spadaro.

Premessa
Non sono molte le frasi di Caravaggio riportate dai documenti o dai libri, così come non è stata ritrovata nessuna lettera e, a parte qualche firma in calce a qualche raro documento, neppure una nota o un semplice appunto a margine di qualche testo.
È noto inoltre che non sono stati trovati disegni.
Caravaggio non disegnava. Quindi nessun interesse per l’inchiostro e tanto meno per la matita.
Nei suoi quadri le indagini radiografiche non hanno rivelato disegni preparatori. Soltanto qualche leggero segno di riferimento lasciato dalla punta di legno del pennello.
Il pennello sì, ma niente penna e niente matita. Solo pennello.
Evidentemente era quindi il pennello, l’unico mezzo con il quale Caravaggio intendeva comunicare. Le sue opere dovevano essere i soli documenti di sua mano, utili a svelare le sue «parole».
Un percorso però difficile perché si trattava di un linguaggio non facilmente accessibile, e non solo per i suoi contemporanei.
Se a Roma era conosciuto come «primus in Urbe pictor», lo era soltanto per il suo scopritore e mecenate, il cardinale Francesco Bourbon del Monte e la sua cerchia di relazioni: Scipione Borghese, Federico Borromeo, Pietro Aldobrandini, Ottavio Costa, Giovanni Battista e Ciriaco Mattei, Vincenzo Giustiniani, Maffeo Barberini, Alessandro Vittrici, Costanzo Patrizi, Guido Odescalchi, Ferdinando de’ Medici.
Tutti personaggi appartenenti ad un èlite che possedeva, oltre la sensibilità necessaria per apprezzare nelle opere la qualità dei risultati tecnici di un discorso profondamente innovativo, anche gli strumenti culturali per poter riconoscere i significati nascosti dietro l’apparente evidenza delle immagini.
Cioè quelle «parole» che gli meriteranno appunto il titolo di «primus in Urbe pictor», ma che non gli verrà pubblicamente riconosciuto nei grandi quadri a committenza pubblica che infatti sarà costretto a ridipingere o a realizzarne una seconda versione da esporre.
Nella cappella del cardinale Tiberio Cerasi La vocazione di Saulo e nella cappella del cardinale Matteo Contarelli Il martirio di Matteo e San Matteo e l’angelo. La morte della Madonna per Santa Maria la Scala e La Madonna del serpe per la basilica di San Pietro vengono rifiutate. Come La Madonna dei pellegrini, anche altre opere pubbliche vengono drasticamente contestate.
Quindi durante un soggiorno definitivo durato, in modo documentato, quasi un decennio, con eccezione de La Madonna del serpe peraltro respinta, le commissioni pubbliche a Roma si riducono ad un arco di tempo della durata di poco più di due anni. Le sue «parole» non vengono capite. Purtroppo vengono fraintese, equivocate.
Così non succederà però a Napoli e a Malta.
In Sicilia poi sarà addirittura libero di decidere il soggetto, come nel caso documentato della Resurrezione di Lazzaro o anche del Seppellimento di santa Lucia, che se l’incuria umana non avesse fatto tragicamente appassire anche quest’opera, riducendola nelle attuali condizioni, se ne riconoscerebbe inequivocabilmente uno dei capolavori assoluti.
Incomprensione per Caravaggio che durerà ancora per lungo tempo, infatti i secoli successivi, anteponendogli Guido Reni, lo ridurranno a poco più che «pittore di genere».
Solo negli gli anni Cinquanta del secolo scorso inizierà con Roberto Longhi uno studio più attento delle sue opere e con Maurizio Calvesi anche la lettura di quei significati comprensibili fino allora esclusivamente dal suo mecenate e dall’élite culturale romana.
Ma ancora oggi non tutto è svelato. C’è ancora da capire. E non si dovrebbero più definire «stravaganze del pittore», come è stato fatto in passato, quanto invece non si è ancora riusciti a comprendere.
Opere per cui, solo per cominciare ad intenderle, sono stati necessari più di tre secoli.
Un personaggio quindi che non doveva trovarsi molto a suo agio nell’epoca in cui viveva e dovrebbe finalmente e decisamente uscire dallo stereotipo dell’«artisticamente dotato, ma stravagante, violento e quindi ignorante».
Dalla lettura di quei «documenti» che sono per esempio le opere siciliane si rileva tra l’altro la sua sensibilità e l’attenzione per la storia dell’Isola. Questo interesse si legge nelle tracce lasciate per la lettura di una contestualità volutamente non individuabile in modo palese.
Ma finalmente si sta già cominciando a parlare della cultura di Caravaggio.
Il ritrovamento di tracce di sali di mercurio nei suoi quadri, grazie a Roberta Lapucci, ci svelano un Caravaggio addirittura «protofotografo» e spiegano l’inutilità dei disegni preparatori. Un Caravaggio insomma che aveva ripreso e applicato in pratica gli studi di Leonardo da Vinci.
Ma allora il suo carattere irascibile e impetuoso non sarà stato forse condizionato proprio dal sentirsi incompreso di un artista che era avanti di tre secoli rispetto ai suoi contemporanei?
Le parole di Caravaggio verbalizzate dai documenti giudiziari sono solo la testimonianza di una realtà quasi esclusivamente romana, nella quale si trovava a vivere un giovane spericolato e intraprendente.
La Roma del suo tempo, il fitto intreccio di strade la notte dove i ladri la facevano da padroni. Campo Marzio, il quartiere a sud del porto di Ripetta, tra le chiese di Sant’Agostino e San Luigi dei Francesi, la Minerva e il Corso.
Caravaggio doveva non solo destreggiarsi ma anche farsi rispettare in un contesto che non era frequentato solo da prostitute e da balordi, ma prevalentemente da delinquenti.
Roma della Controriforma pullulava infatti di sfaccendati malviventi, ladri e assassini. E quindi per farsi rispettare in un ambiente violento, oltre a girare armato di spada e pugnale bisognava mettere in mostra forza e carattere. Le offese andavano vendicate in modo energico e qualche volta anche a prezzo della vita.
Spada e pugnale che però Caravaggio, dopo aver ucciso Ranuccio Tomassoni, sarà costretto a portare sempre anche durante la sua fuga a Napoli, Malta e in Sicilia perché essere condannati al «bando capitale», significava che chiunque avrebbe potuto giustiziarlo e portare la sua testa a Roma.
Dai documenti romani si rileva però che i personaggi solitamente frequentati che lo accompagnavano, Prospero Orsi e Costantino Spada, un pittore e un mercante di quadri, erano certamente incensurati ed i suoi due più grandi amici, il lombardo Onorio Longhi e il siciliano Mario Minniti, per quanto della sua stessa tempra, non erano assolutamente gente di malaffare.
L’architetto Onorio Longhi, figlio di Martino apparteneva ad una gloriosa famiglia di architetti di Viggiù da molti anni attivi a Roma e il giovanissimo pittore siracusano Mario Minniti discendeva da una nobile famiglia di Noto.
In questi verbali romani si rileva anche la capacità di Caravaggio di saper convivere con questa realtà difficile, e la lealtà nel rifiutarsi di far nomi per non coinvolgere nessuno, amici o nemici che fossero. E questo anche in occasione della testimonianza resa davanti al Tribunale dell’Inqui-sizione maltese.
Trovarlo continuamente implicato in violente baruffe, alcune volte condannato e più di una volta con tragiche conseguenze per la sua stessa esistenza, non induce a sospettare che le deposizioni rilasciate davanti al giudice, a parte una naturale reticenza, possano essere il risultato di particolari calcolate «strategie».
La morte di Ranuccio Tomassoni che gli procurerà appunto il «bando capitale» oltre l’estenuante ed angosciosa fuga che durerà per il resto della sua vita, e la partecipazione al raid notturno maltese che vanificherà in un attimo il risultato di un anno di impegnativo lavoro con lo scopo di ottenere finalmente la grazia dal papa, sono le prove infatti della sua incontrollabile istintività e della sua totale mancanza di ipocrisia.
Per quanto purtroppo in minor numero, la altre parole di Caravaggio, cioè quelle pronunciate al di fuori dei tribunali e riportate testualmente dai testi coevi o dalla tradizione verbale, ci mostrano invece il personaggio in tutta la sua autentica sensibilità, lo stesso che troviamo nelle «parole» che ci ha lasciate scritte col pennello nelle sue opere.
Ironico nel chiamare “Monsignor insalata” lo spilorcio padrone di casa che gli propinava quotidianamente sempre e solo questo alimento vegetariano; pronto nel cogliere un aspetto originale e poetico della cultura popolare siciliana davanti ad una statua di Antonello Gagini; incuriosito dai fenomeni di fisica nel definire Orecchio di Dionisio la latomia siracusana che da allora porterà sempre questo nome; ammirato davanti a un quadro d’altare, oggi purtroppo perduto, del pittore contemporaneo Filippo Paladini; sconfortato e quasi presago della fine imminente nel rispondere al suo accompagnatore che, per segnarsi in una chiesa di Messina, gli offriva l’acqua benedetta.

L'autore
Alvise Spadaro, architetto, ispettore onorario ai beni culturali, storico dell’arte.Oltre che di restauro dei monumenti, si è occupato anche della storia e della scrittura al tempo delle prime dinastie dell’Antico Egitto ed ha scritto numerosi contributi sulla storia e la cultura siciliana.
Ha pubblicato tra l’altro: La Resurrezione di Lazzaro e la famiglia di Giovanni Battista Lazzari, Catania 1995(Premio Nazionale di Letteratura “Castagno dei Cento Cavalli” per la Saggistica 1996); Settecento Calatino, Catania 2000; Caravaggio in Sicilia, Catania 2005; Le Americane di Ràbbato, Acireale-Roma 2007(con Letizia Spadaro e Carmelo Spadaro); Caravaggio in Sicilia - il percorso smarrito, Acireale-Roma 2008; Il mistero del Caravaggio rubato e la sua copia catanese, Acireale-Roma 2010.
Per la narrativa: Il bicchiere della baronessa, Acireale-Roma 2002; Le pentole di Praneta, Acireale-Roma 2004; Le Travestite.Donne nella storia, Acireale-Roma 2011.
Il 17 dicembre 2010 è stato ospite a Patti dove ha tenuto la Conferenza: "Caravaggio in Sicilia", nell'ambito dell'evento "All'ombra di Caravaggio".