"La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata
di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli"
(Marcel Proust)

giovedì 30 giugno 2011

Concerto di organo e flauto nella Basilica Cattedrale di Patti (Domenica 3 luglio 2011 - ore 21.00)

Nell'ambito della Rassegna organistica nebroidea "Annibale Lo Bianco" (giugno-luglio 2011), che si sta svolgendo in 11 Chiese della Diocesi di Patti, Domenica prossima (3 luglio 2011) alle ore 21.00 si terrà un concerto per flauto e organo nella Basilica Cattedrale San Bartolomeo di Patti.
Protagonisti del concerto saranno due Maestri di indubbia professionalità: Calogero Giallanza (Flauto) eGianfranco Nicoletti (Organo).

Qui di seguito riportiamo le Note al programma di Matteo Pappalardo
Dopo alcune danze rinascimentali, nell’occasione proposte nella versione per flauto e organo, il programma prevede la Sonata in fa maggiore di Georg Friedrich Händel (Halle, 1685, Londra, 1759).
Il compositore sassone, che godette fama al pari di J. S. Bach e di D. Scarlatti, di esecutore straordinario al clavicembalo e all’organo, la scrisse nel 1712, quando ancora era maestro di cappella dell’Elettore di Hannover poco prima di trasferirsi definitivamente in Inghilterra (alla fine di quello stesso anno) dove la sua opera “Rinaldo” era stata accolta entusiasticamente.

Quindi, trovano posto tre Sonate per organo solo di Gaetano Valeri (Padova, 1760 – 1822), attiva per circa trentacinque anni presso il Duomo della sua città, prima come organista e poi come maestro di cappella.

Valeri, che – come ci informa Brunelli nel puntuale “I teatri di Padova” (1921) – fu organista anche nelle chiese di S. maria del Carmine e S. Agostino, compose opere teatrali (Li castrini padre e figlio, 1791; il Trionfo di Alessandro sopra se stesso, 1792), musica sacra (messe, 4 Magnificat, salmi, antifone, mottetti, responsori e litanie) e musica strumentale (tra cui dieci Sonate per organo, o. 1 del 1795; tre Sonate per pianoforte, violino e fagotto, 1806; sei Sonate per clavicembalo e il pianoforte, accompagnate con violino, 1790).

Di Benedetto Marcello (compositore e magistrato veneziano, noto soprattutto per l’”Estro armonico”, su testo italiano di G. A. Giustiniani che parafrasa i primi cinquanta salmi di Davide; e per “il teatro alla moda”, celebre opuscolo polemico del 1720, in cui mette in ridicolo gli eccessi del mondo teatrale del suo tempo), poi, è stata scelta una Sonata per flauto e organo (quella in re minore), pubblicate nel 1712.

Ci riporta alle numerose forme proprie del genere della variazione del Seicento, poi, la Monica per organo solo (una di queste forme) di Bernardo Storace, musicista di cui sappiamo poco o nulla (se non che nel 1664 era vicemaestro di cappella a Messina).

Nella sua produzione spicca quella “Selva di varie composizioni”, pubblicata a Venezia nel 1664, in cui assistiamo al passaggio dallo stile frescobaldiano a quello propriamente cembalistico proprio di Alessandro Scarlatti.

De suo stile – vicino per molti versi a quello del Pasquini – bisogna rimarcare le arditezze armoniche, l’uso frequente di cromatismi e dissonanze e il sapiente impiego di modulazioni. A seguire, la Sonata a guisa di banda militare che suona una marcia di Giuseppe Gherardeschi (Pistoia, 1759 – 1815), a lungo maestro di cappella della Cattedrale della sua città.

A lui si deve un’ampia produzione comprendente opere teatrali (“Daliso e Delmita”, 1782; “L’apparenza inganni”, 1784), oratori (“Il Sacrificio di Jefte”, 1803), musica sacra (trenta Messe, cinque Te Deum, due Stabat, litanie e ventuno Inni per il Vespro), Cantate (“Angelica e Medoro”, “L’ombra di Catilina”, “La speranza coronata” e altre), musica da camera (sei Sonate notturne, tre Quintetti, tre Sonate concertate, tre Divertimenti, sei Trilli, sei Duetti, ecc.) e vari pezzi per organo.

Si ricordano anche importanti opere didattiche, tra cui “Regole fondamentali per apprendere la musica”. Chiudono l’impegnativa serie di brani una Sarabanda (per flauto solo) di Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750) e la Sonata in do maggiore per flauto e organo di Antonio Vivaldi (Venezia, 1678 – Vienna, 1741).

Mirabile esempio tratto dal repertorio del compositore tedesco, la Sarabanda (danza di origine orientale, apparsa in Spagna alla fine del XVI secolo, dal ritmo ternario e dall’andamento lento e severo) si affermò nel Settecento come una delle parti della Suite. In quattro movimenti, la Sonata vivaldiana conferma come il compositore veneziano faccia di questa forma il “veicolo di tecniche conservatrici – come fa osservare il Talbot – e di modi espressivi freddi e consolidati”.

PROGRAMMA

AA. VV Antiche danze rinascimentali (per flauto e organo)

G. F. Händel (1685-1759) Sonata in Fa maggiore (per flauto e organo) - (Larghetto – Allegro – Siciliana – Giga)

G. Valerj (1760-1822) Tre Sonate (per organo solo) - (Do maggiore – Fa maggiore – Sol minore)

B. Marcelli (1686-1739) Sonata in Re minore (per flauto e organo) - (Adagio – Allegro – Largo - Allegro)

B. Storace ((sec. XVII) Monica (per organo solo)

J. S. Bach (1685-1750) Sarabanda (per flauto solo)

G. Gherardeschi (1759-1815) Sonata a guisa di banda militare che suona una marcia - (per organo solo)

A. Vivaldi (1678-1741) Sonata in Do maggiore (per flauto e organo) - (Adagio – Allegro – Sarabanda – Allegro)

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