In attesa della cerimonia ufficiale di martedì 17 maggio ad Aidone, alcune notizie sulla celebre statua.
La Dea di Morgantina è un originale greco realizzato con due tipi di materiali lapidei, calcare per il corpo e marmo pario per la testa e gli arti, secondo la tecnica acrolitica sperimentata fin dall’età arcaica nella statuaria greca. La figura era completata dalla decorazione policroma di cui restano tracce di colore rosa, azzurro e rosso nel panneggio e che doveva conferire all’immagine un aspetto di impressionante vitalità.
L’opera è priva del piede e del braccio sinistro e della parte posteriore della testa, e presenta il corpo fratturato in tre parti, ricomposto dai restauratori del Getty mediante un funzionale sistema di fissaggio. Ad essa sono pertinenti circa un centinaio di frammenti di calcare, riferibili prevalentemente a parti del panneggio e non più integrabili alla figura.
Alta circa 2,30 metri, la statua raffigura una divinità femminile che impetuosa incede nello spazio e nel braccio destro doveva tenere nella mano un attributo, forse una fiaccola. Una elaborata acconciatura, probabilmente in metallo dorato, decorata da un copricapo, doveva completare l’immagine e ridare giusto equilibrio proporzionale all’intera figura.
Alta circa 2,30 metri, la statua raffigura una divinità femminile che impetuosa incede nello spazio e nel braccio destro doveva tenere nella mano un attributo, forse una fiaccola. Una elaborata acconciatura, probabilmente in metallo dorato, decorata da un copricapo, doveva completare l’immagine e ridare giusto equilibrio proporzionale all’intera figura.
La resa del panneggio, contraddistinto dal cosiddetto “effetto bagnato” richiama lo stile delle sculture del Partenone realizzate dal grande scultore Fidia e dalla sua bottega operante ad Atene nella metà del V secolo a.C.
L’uso di una tecnica così peculiare che prevedeva la combinazione della pietra calcare e del marmo solo per le parti nude della figura, utilizzata prevalentemente in Sicilia per sopperire alla penuria di marmo locale è, inoltre, un ulteriore probante indizio dell’originaria provenienza di questo capolavoro, certamente un unicum nell’ambito della scultura siceliota e greca.
Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale dell'evento http://www.deadimorgantina.it
Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale dell'evento http://www.deadimorgantina.it
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