"La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata
di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli"
(Marcel Proust)

martedì 3 luglio 2012

Tindari è.


"Lamberto Vitali, un grande storico dell'arte e conoscitore della fotografia italiana, scriveva che la più interessante fotografia italiana è stata prodotta non dai professionisti, ma dai fotografi "irregolari", appunto gli amatori."

E in effetti, tale considerazione, a nostro avviso per nulla paradossale, si rinnova nel suo senso profondo tutte le volte che ci si trova dinanzi a una particolare inquadratura, a uno specifico prelievo di realtà, a un suo fugace frammento che parla al cuore con la forza di mille parole e di un lungo racconto.
Rapiti e immersi in quella "porzione di mondo" scorgiamo racchiusa l'intera struttura di una storia millenaria fatta di infiniti discorsi, di citazioni metalinguistiche, di sogni, di proiezioni di senso, di aspirazioni che possono solo essere sussurrate. Questa è la forza dell'immagine e del suo riuscire ad accogliere l'universale; questa è la carica emotiva dell'immagine quando possiede la capacità di farsi racconto; questa è l'utilità strumentale della tecnica al servizio del cuore.
Perché è ovvio che un bimbo di cui non si vede il volto, rappresenta tutti i bimbi del mondo; perché due bimbi che si prendono per mano rappresentano l'umanità intera dinanzi a un percorso di vita che può diventare destino per le generazioni future; perché è ovvio che una visione dal basso che si inchina di fronte alla propria storia gloriosa e passata è un atto di riverenza verso la Storia. Quella che verrà.
(Antonella Giardina)

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