Parla il ministro ai Beni e alle Attività culturali «Adesso servono leggi severe per chi trafuga le opere d'arte»
AIDONE - Beve del buon vino siciliano e commenta: "Anni fa avevo una casa a Pantelleria, allora il vostro vino era imbevibile". Così Giancarlo Galan, ministro ai Beni e alle Attività culturali: "Oggi è ottimo, ma sui bianchi dovete migliorare".
Viene accolto dall'Inno di Mameli, dal taschino della giacca s'intravede un insospettato tricolore. Quando era governatore del Veneto, alla Mostra del Cinema di Venezia di due anni fa, innescò una polemica con Lombardo, accusando la Regione siciliana di aver versato troppo nelle casse di Baaria. Oggi viene a vedere quella Dea che preferirebbe esposta in luoghi più battuti e non in quell'ombelico sperduto di Sicilia: «Confermo le mie perplessità, pur tenendo conto del sentimento popolare che vuole la statua qui ad Ai-done. Questa operazione ha senso solo se attorno a questo reperto si costruirà un territorio, un circuito. La gente deve avere dei buoni motivi per venire qui: innanzitutto servono delle adeguate infrastrutture, oggi più che mai bisogna operare con intelligenza».
Dopo tanta fatica, sarebbe un peccato non sfruttare questo potenziale: Villa del Casale, la città di Morgantina e una Dea che può far miracoli...
«Nel caso della Dea di Morgantina abbiamo operato a livello giuridico e diplomatico ma, nel recupero delle opere, non sempre ci troviamo a trattare con gli Stati Uniti e il Paul Getty Museum».
Non che l'istituzlone californiana vada presa a modello, forse solo da poco ha cambiato politica. Comunque, c'è un Lisippo che aspetta di tornare nelle Marche e tanti nostri reperti hanno lasciato l'Italia illegalmente.
«Non troviamo in tutti la stessa sensibilità, alcune trattative si sono arenate. Di sicuro serve una ferrea legislazione in materia di opere trafugate. Finora chi ha commesso certi scempi non ha scontato neppure un solo giorno di galera, nonostante ci siano dei procedimenti in corso».
Lei cosa pensa del tesori che viaggiano?
«Sono d'accordo, bisogna farli vedere. E se sono qui, in duemila anni avremo pure imparato qualcosa su come spostarli, no? C'è chi pensa che, muovendosi, le opere possano essere ammirate ovunque nel mondo sottraendo visitatori alla loro casa naturale: non credo sia vero. Siamo 6 miliardi e almeno 800 milioni di persone possono per- Il ministro Giancarlo Galan mettersi di viaggiare in Europa».
Ministro, ma i tagli alla cultura?
«Smettiamola con questa storia. I tagli ci sono stati ma sono rientrati, per una fortunosa coincidenza, giusto al momento del mio insediamento. Il potere di seduzione di questo Paese sta nel suo patrimonio culturale. Usiamolo».
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